Lo Sportello Solidale in numeri: tanti accessi, tanti bisogni, un’unica porta aperta
Nei primi 12 mesi di attività, lo Sportello Solidale ha raccolto numeri importanti.

Nei primi 12 mesi di attività, lo Sportello Solidale ha raccolto numeri importanti. Numeri che, più che misurare, raccontano. Raccontano di persone che cercano risposte, di famiglie che hanno bisogno di orientarsi, di giovani che vogliono ripartire. E raccontano il bisogno – forte, reale – di avere un luogo stabile in cui farsi accompagnare.

Dall’inizio delle aperture settimanali, sono stati registrati 47 accessi unici per un totale di 88 colloqui, con molte persone che tornano anche più volte per seguire percorsi attivati. I bisogni espressi sono diversi e spesso si intrecciano: richiesta di residenza anagraficaaccesso ai buoni alimentari, iscrizione al Centro per l’Impiego, attivazione dello SPID, orientamento a servizi sociali e scolastici.

Un presidio semplice, ma prezioso

Il valore dello sportello non sta solo nei servizi offerti, ma nella sua natura di prossimità: accessibile, informale, radicato nel quartiere. È questo che lo rende efficace. Non è una porta difficile da varcare, ma una soglia che accoglie.

E mentre i numeri crescono, cresce anche la consapevolezza che questo modello – semplice ma strutturato – può essere replicato altrove. Perché il bisogno di punti di accesso ai diritti non è solo della Kalsa, ma di tante altre zone delle città.


A partire dal margine, progetto finanziato nell’ambito del bando “Realizziamo il cambiamento con il Sud” con il sostegno della Fondazione Realizza il CambiamentoFondazione Con il Sud e ActionAid International Italia E.T.S.