Una bussola per il futuro: lo sportello di orientamento specialistico per giovani con background Migratorio e MSNA
Un servizio che punta a rafforzare il capitale psicologico delle beneficiarie e dei beneficiari, accompagnandoli in un percorso di crescita personale e professionale.

All’interno del progetto CLAP – Cultura, Lavoro, Accompagnamenti Tra Pari, promosso da SEND ETS come capofila e finanziato dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, lo sportello di orientamento specialistico si è affermato come una delle azioni centrali. Questo servizio, rivolto a giovani e adulti con background migratorio, ha puntato a rafforzare il capitale psicologico delle beneficiarie e dei beneficiari, accompagnandoli in un percorso di crescita personale e professionale.

L’orientamento specialistico si distingue per la capacità di considerare le specificità delle persone a cui si rivolge. Ogni percorso tiene conto delle esperienze di vita, delle esigenze linguistiche e culturali, delle aspirazioni personali e dei vincoli legati al contesto sociale e giuridico in cui vivono. Non ci limitiamo a trasmettere informazioni o proporre opportunità: intendiamo accompagnare le persone in un processo di consapevolezza di sé, rendendole protagoniste del proprio futuro.

Le/i beneficiari/e dello sportello, spesso portatrici di storie di migrazione complesse e segnate da difficoltà, si trovano in un contesto dove è raro individuare punti di riferimento affidabili. Per molte/i di loro, il territorio di accoglienza può apparire distante, sia culturalmente che socialmente, rendendo difficile immaginare un futuro costruito su basi solide. Spesso ci troviamo di fronte a persone scoraggiate, convinte di non avere opportunità o bloccate da ostacoli burocratici e personali. Il nostro approccio va oltre la superficie: insieme esploriamo competenze, desideri e possibilità per costruire un percorso significativo e raggiungibile.

Lo sportello si è posto come obiettivo di rispondere a questa sfida, offrendo un luogo dove ogni persona potesse sentirsi accolta e ascoltata, senza giudizio. È stato uno spazio sicuro per affrontare non solo le difficoltà pratiche, ma anche il senso di spaesamento e la perdita di fiducia nelle proprie possibilità.

Ogni persona che incontriamo porta con sé un bagaglio unico di esperienze, sfide e risorse. Il nostro ruolo è quello di guidarli senza imporre direzioni, mostrando possibilità concrete e strumenti per scegliere consapevolmente.

Un’esperienza professionale e umana trasformativa

Come orientatrice professionale, ho avuto l’opportunità di conoscere persone con percorsi di vita complessi, ma ricchi di forza e resilienza. Ogni incontro ha rappresentato un viaggio nella scoperta di storie che, seppur segnate dalla difficoltà, hanno rivelato un potenziale straordinario.

Essere un punto di riferimento è stato il cuore di questa esperienza. Ho incontrato persone che hanno provato a trasformare il loro modo di affrontare la realtà, imparando a riconoscere le proprie risorse e a costruire un nuovo senso di speranza. Lo sportello è stato più di un semplice servizio: è diventato un luogo dove le persone hanno provato a riscoprire il proprio valore e la possibilità di guardare al futuro con fiducia.

Collaborazione e connessione

Un elemento fondamentale che arricchisce il lavoro dello sportello è la presenza di un orientatore peer to peer con competenze di mediazione linguistica culturale. Questa figura non è solo un supporto linguistico, ma un facilitatore capace di creare un dialogo profondo tra diverse culture, contribuendo a costruire fiducia reciproca.

Lavorare insieme permette di affrontare al meglio le complessità del percorso di orientamento. Da un lato, la mia esperienza aiuta a costruire percorsi realistici e in linea con il contesto socio-lavorativo; dall’altro, il mediatore porta uno sguardo che rende il processo più inclusivo, riducendo distanze culturali e linguistiche. Questo approccio collaborativo ci consente di rispondere in modo più completo ai bisogni dei giovani, con un’attenzione particolare al loro vissuto e alle loro aspettative.

Il lavoro nello sportello si struttura attraverso diverse fasi:

  1. Colloqui individuali
    Ogni incontro mira a comprendere il percorso di vita, le competenze formali e informali e le aspirazioni di ogni giovane. La presenza dell’orientatore peer to peer con competenze di mediazione consente di rendere il dialogo più accessibile e di cogliere meglio aspetti culturali spesso impliciti.
  2. Bilancio di competenze
    Lavoriamo con i ragazzi a riconoscere i loro punti di forza e a collegarli alle opportunità disponibili sul territorio. In questa fase, la copresenza con l’orientatore peer to peer nonché mediatore contribuisce a valorizzare competenze che spesso non vengono espresse chiaramente.
  3. Definizione di obiettivi
    Lavoriamo insieme per costruire piani di azione realistici e personalizzati, che spaziano dalla formazione professionale alla ricerca di lavoro o all’inserimento in tirocini.
  4. Supporto decisionale
    Offriamo strumenti concreti per orientarsi tra le opportunità scolastiche, formative e lavorative, tenendo conto delle normative e delle richieste del mercato.
  5. Rete territoriale
    Collaboriamo con associazioni, aziende e realtà locali per rafforzare il sistema di supporto intorno ai giovani e per ampliare le possibilità a loro disposizione

La sinergia tra lo sportello specialistico e lo sportello itinerante, gestito dalla Gambian Association in Palermo partner del progetto, ha ulteriormente potenziato l’impatto dell’iniziativa. Il contatto nei luoghi di ritrovo delle comunità migranti ha permesso di raggiungere chi, altrimenti, difficilmente avrebbe avuto accesso a un servizio strutturato. Questo approccio ha reso possibile l’avvio di percorsi di orientamento personalizzati e significativi

Costruire un modello per il futuro

L’esperienza dello sportello proseguirà fino a febbraio 2025, consolidando una metodologia basata sulla centralità delle persone e delle loro storie. Il progetto CLAP ha dimostrato come sia possibile trasformare difficoltà in opportunità di crescita, lavorando su percorsi che integrano sostegno psicologico, empowerment e valorizzazione delle competenze individuali.

Il metodo peer-to-peer ha mostrato come l’esperienza condivisa possa essere una risorsa preziosa per sostenere chi affronta sfide simili. Molte delle persone prese in carico sono riuscite ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé, hanno riscoperto le proprie potenzialità e intrapreso percorsi che li avvicinano ai loro obiettivi di vita.

Un esempio concreto di cambiamento

CLAP rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra enti, aziende e realtà del terzo settore possa creare un impatto positivo e duraturo. Il progetto sta dimostrando che, con strumenti efficaci e relazioni autentiche, è possibile offrire un futuro di opportunità anche a chi si trova in una condizione di vulnerabilità.

Questo lavoro continua a gettare le basi per un modello replicabile, capace di trasformare non solo le vite individuali, ma anche il contesto sociale, favorendo una visione più ampia di accoglienza e di crescita reciproca.