Scuole separate: un podcast su città e disuguaglianza educativa a Palermo, è una serie di cinque episodi sulla composizione sociale delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado nella Prima circoscrizione del Comune di Palermo.
Il lavoro è stato condotto da Send ETS, un’organizzazione impegnata nella promozione dell’orientamento alle scelte come strumento di contrasto alle disuguaglianze sociali (www.sendsicilia), nell’ambito del progetto Traiettorie Urbane.
L’obiettivo del podcast è portare all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno della segregazione scolastica e di come questo sia strettamente legato a comportamenti sociali, trasformazioni urbanistiche e riforme politico educative. Questo lavoro non ha alcuna pretesa di esaustività, per chi volesse continuare ad approfondire rimandiamo alla sito bibliografia raccolta, consultabile al presente link: https://sendsicilia.it/bibliografia-e-sitografia-per-il-podcast-scuole-separate/
Le interviste sono state realizzate da Loriana Cavaleri e Federico Prestileo. Le schede introduttive sono state redatte da Federico Prestileo. Le musiche sono di ValeValex.
In questa nuova intervista approfondiamo il ruolo della scuola “Giovanni Verga”, parte dell’Istituto Comprensivo Statale “Lombardo Radice”, analizzando il suo contesto socio-economico, le dotazioni e gli obiettivi attraverso il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), e approfondendo le dinamiche interne e le sfide attraverso l’intervista alla Professoressa Provvidenza Cossentino.
Responsabile del plesso Verga da tre anni e precedentemente della sola scuola primaria, offre una prospettiva trentennale sui cambiamenti socio-demografici e culturali del rione Ballarò, dove si trova la scuola. Secondo quanto riportato dalla docente l’interesse per la scuola da parte delle famiglie è significativamente diminuito rispetto ai suoi primi anni di insegnamento, con un notevole ringiovanimento dell’età dei genitori palermitani, alcuni dei quali ex alunni della stessa scuola, che spesso non dimostrano la maturità necessaria per attribuire la giusta importanza all’istruzione. Il plesso Verga, ora parte dell’Istituto Comprensivo Lombardo Radice a seguito di accorpamenti successivi, è situato nel quartiere storico Albergheria/Ballarò, caratterizzato da un tessuto socio-economico basso e da un continuo movimento demografico, con una popolazione composta prevalentemente da artigiani e piccoli commercianti ambulanti, molti dei quali disoccupati e con proventi occasionali o sussidi pubblici. La scuola sopravvive oggi grazie alla massiccia presenza di studenti extracomunitari, una realtà inesistente trent’anni fa e che ora costituisce la maggioranza degli iscritti in ogni classe.
La professoressa Cossentino, con 33 anni di servizio in questo rione, ha assistito a una profonda trasformazione del tessuto urbano e della sua utenza scolastica. Laddove un tempo la scuola Verga era percepita come un istituto molto rinomato, frequentato dalla “Palermo perbene” già dagli anni ’80 o ’90, con squadre sportive importanti e un’ottima reputazione, oggi si trova a servire una popolazione con un background socio-culturale generalmente più basso e una forte componente migratoria. Questo si manifesta non solo nell’aumento degli studenti extracomunitari, che nel centro storico rappresentano il 24% della popolazione scolastica, ma anche in una notevole riduzione delle iscrizioni complessive, passando da circa dieci classi di scuola primaria nel 2010 a sole cinque attuali, con numeri esigui di alunni. Questa diminuzione è anche dovuta al fatto che molti residenti palermitani di Ballarò si sono trasferiti nelle periferie, cercando ambienti migliori e diverse opportunità di crescita per i propri figli, spesso provenienti da condizioni di affitto. La percezione diffusa tra questi genitori, anche giovani, è che il quartiere possa portare i figli a finire in “contesti non del tutto desiderabili“.
Un aspetto critico emerso è la diffusione di un pregiudizio da parte di famiglie di ceto medio che pur avendo acquistato o vivendo in appartamenti ristrutturati nel centro storico, non iscrivono i figli alla scuola Verga. Preferiscono scuole percepite come “più rinomate“, nonostante la scuola Verga sia tecnologicamente all’avanguardia con laboratori linguistici, informatici, tablet, computer, LIM in ogni classe e due palestre. Questa scelta genitoriale contribuisce a una “segregazione scolastica” volontaria, dove si tende a evitare la mescolanza di bambini con background diversi. La professoressa Cossentino sottolinea che questo avviene nonostante i bambini, tra di loro, siano ben integrati.
La storia del plesso Verga è stata complicata da diversi accorpamenti, prima con il Maria Immacolata, poi con l’Istituto Nuccio, diventando un istituto comprensivo, e più recentemente con l’Istituto Lombardo Radice a partire dal 1° settembre 2021. Questo ultimo accorpamento è stato particolarmente problematico, poiché il Lombardo Radice è ubicato in una zona della città completamente diversa e distante, Corso Calatafimi, con un’utenza e dei bisogni scolastici differenti. Tale decisione è vista dalla professoressa come una mancanza di interesse nel far sopravvivere il plesso Verga.
La conseguenza diretta di questa aggregazione è stata la dislocazione della segreteria in un’altra parte della città, creando enormi difficoltà per la gestione quotidiana della scuola. I docenti del Verga si sono trovati a svolgere compiti che non rientrano nelle loro mansioni, come aiutare i genitori, in particolare gli extracomunitari che spesso non parlano italiano o non possiedono lo SPID, a pagare la mensa o a gestire le iscrizioni, pur di non perdere gli alunni e aiutarli a superare la “barriera all’accesso fortissima“. Questo è un esempio lampante di come la scuola si trovi a dover svolgere un ruolo che non era il suo. Il PTOF dell’Istituto Lombardo Radice, pur descrivendo una complessa organizzazione degli uffici amministrativi centralizzati, riconosce la necessità di un coordinamento didattico e organizzativo dei singoli plessi, nominando la professoressa Cossentino come responsabile del plesso Verga.
Un aspetto sorprendente e controtendenza riguarda l’impegno dei genitori. Contrariamente alla percezione comune di genitori pressanti, la professoressa Cossentino osserva che i genitori extracomunitari dimostrano molta più preoccupazione per l’istruzione dei figli. Molti di loro sono laureati e attribuiscono un’importanza fondamentale all’istruzione, a differenza di molti genitori palermitani del quartiere che tendono a considerare la scuola come un “posteggio“, soprattutto per il fatto che i bambini rimangono fino alle quattro del pomeriggio grazie al tempo pieno e ai progetti extracurricolari. Per questi ultimi, la scuola serve principalmente a lasciare i bambini mentre lavorano, anche in zone lontane. Questa prospettiva contrasta con l’idea diffusa che il tempo prolungato attragga famiglie di ceto medio-alto per l’aumento delle opportunità di apprendimento. Per gli extracomunitari, invece, è la disperazione nel dover organizzare la custodia dei figli quando l’orario scolastico è ridotto a farli rimanere anche se non in regola, portando pasti da casa. Questa è una dinamica inedita e molto più che utile per comprendere la realtà specifica di questo contesto. Le diverse modalità di scelta delle famiglie nel quartiere Albergheria rivelano un quadro complesso, in linea con l’analisi di Romito sulla necessità di “conoscere le scelte che si hanno a disposizione” per poterle esercitare. I nuovi residenti dell’Albergheria, spesso di classe sociale più elevata, pur abitando in appartamenti ristrutturati nel quartiere, non iscrivono i propri figli al plesso Verga. La professoressa Cossentino sottolinea come vi sia un “pregiudizio“ verso la scuola, percepita come frequentata principalmente da residenti locali e da “extracomunitari“, spingendo queste famiglie verso scuole ritenute “più rinomate“. Questa dinamica genera una “segregazione scolastica“ volontaria, non imposta dalla scuola, ma dettata dalle scelte genitoriali.
Il PTOF del plesso Verga sottolinea come la propria “Mission” sia di offrire a tutti gli alunni pari opportunità di studio, apprendimento e integrazione, mirando a sviluppare la personalità in tutte le sue dimensioni e a promuovere l’acquisizione di piena autonomia. L’Istituto si impegna a leggere i bisogni dell’utenza e del territorio per progettare un’offerta formativa adeguata. Tra le priorità strategiche e gli obiettivi formativi del PTOF figurano il potenziamento dei progetti culturali ed educativi, l’attuazione di soluzioni pedagogiche innovative per superare la variabilità degli esiti scolastici, la valorizzazione delle competenze degli alunni di origine non italiana, l’incremento della competenza digitale e la prevenzione della dispersione scolastica.
Nonostante gli sforzi, la scuola affronta un problema di dispersione scolastica, sebbene non sempre un “abbandono” totale. Poeticamente la professoressa Cossentino afferma che “molti si contentano portare il panino portare il pasto domestico ma far rimanere bambini fino alle quattro“. Pochi studenti del Verga proseguono gli studi in licei, con una maggiore tendenza a iscriversi a scuole professionali come quelle di cucina o estetista. I ragazzi extracomunitari mostrano una maggiore tendenza a continuare gli studi superiori.
Un punto critico evidenziato dalla professoressa è la mancanza di continuità del personale docente nella scuola secondaria di primo grado, dove i professori cambiano quasi ogni anno a causa dell’organizzazione degli incarichi annuali. Questo genera una sensazione di “incuria” e impedisce l’instaurarsi di relazioni stabili con gli studenti, costringendo i nuovi arrivati a un periodo di adattamento ogni settembre. Questa affermazione della professoressa Cossentino sembra contrastare con il PTOF che, nella sezione dedicata alle risorse professionali, menziona una “elevata stabilità del personale che favorisce il raggiungimento degli obiettivi educativi programmati dalla scuola“, pur riconoscendo che “numerosi altri docenti sono stati assegnati in organico di adeguamento per l’a.s. 2022/2023“. Questa è una discrepanza notevole tra l’esperienza vissuta sul campo e la dichiarazione ufficiale nel PTOF.
La preoccupazione più grande della professoressa Cossentino è che la scuola possa “morire“ a causa delle iscrizioni sempre più esigue. Le classi hanno numeri molto bassi, a volte sull’ordine della dozzina, un netto calo rispetto alle abitudini passate. Questo solleva una domanda cruciale: “se questa scuola muore che fine fanno i bambini di Ballarò?“. L’incapacità di dare una risposta a questa domanda è un segno del “panorama desolante” che la scuola vive. La scuola, con il suo personale dedicato, agisce come un “presidio” sul territorio, svolgendo funzioni che vanno ben oltre il mero insegnamento, come il supporto burocratico alle famiglie per la mensa o i certificati.
Nonostante le difficoltà, la scuola Verga continua a essere un punto di riferimento fondamentale per la comunità di Ballarò, cercando di offrire opportunità educative e di inclusione in un contesto socio-economico complesso e in continua evoluzione. Il PTOF ribadisce l’impegno a “promuovere e sostenere l’innovazione didattica” e a “rafforzare il senso di appartenenza”. L’Istituto, attraverso il suo Piano di Miglioramento, si prefigge di ridurre il tasso di dispersione scolastica e di innalzare il livello dei risultati degli studenti, implementando percorsi per il miglioramento delle competenze linguistiche, digitali e socio-civiche, e valorizzando ambienti di apprendimento stimolanti e inclusivi. L’obiettivo rimane quello di formare un “cittadino capace di realizzare se stesso partecipando al percorso di sviluppo della società moderna e promuovendo la cultura nel territorio“.